ovvero: l'incredibile storia della Multi- Kulti- Band
In uno dei paesi più poveri dell 'Africa, nel Mali, viveva un giovane molto alto e molto nero. Lavorava tutto il giorno in un' officina; il suo padrone lo sfruttava vergognosamente e la sua vita era davvero misera.
Un giorno cercò di parlare con il suo padrone, ma questi si infuriò e lo coprì di botte. Il ragazzo capì che vento tirava e se la squagliò. Prese con sè il suo liuto e decise di fuggire in Europa; là, rifletteva, poteva sempre fare il musicista di strada ed aver fortuna.
Dopo giorni e giorni di peripezie attraverso il Sahara, mentre camminava, eccoti sdraiato in mezzo al deserto un uomo anziano che ansimava stracco sfinito, appoggiato ad un grosso djembè.
„Ei, nonno, cos'hai da stronfiare a quel modo?“ domandò il giovane.
„Ah“, rispose l'anziano „siccome invecchio, sono sempre più debole e il lavoro non fa più per me. Nel mio paese c'è miseria nera ed ho visto guerre di tutti i colori...Allora me la sono battuta; ma adesso come farò a guadagnarmi il pane?“ „Sai cosa ti dico?“disse il giovane „io vado in Europa a fare il musicista di strada. Vieni con me e fatti assumere nella banda. Io suono il liuto e tu suoni lo djembè.“
L'anziano fu d'accordo e si rimisero in cammino.
L'anziano fu d'accordo e si rimisero in cammino.
Dopo inenarrabili traversie i due, stanchi morti, ma vivi, giunsero finalmente in Europa. Camminavano pian piano attraverso la campagna in una regione del Sud Italia, che eccoti un tizio gobbo, dalla carnagione scura che se ne stava sul ciglio della strada con un muso da funerale. Vicino a lui giaceva la custodia di un violino.
Il giovane gli chiese: „Beh, cosa t'è andato di traverso vecchio cammello?““Eh“ rispose il gobbo, c'è poco da stare allegri quando ti vogliono far la pelle. Nel mio paese, nei Balcani, tira una brutta aria: c'è miseria e noi Rom siamo guardati male da tutti. Io non voglio dar fastidio a nessuno, voglio solo guadagnarmi da vivere onestamente suonando il mio violino. Così son scappato; a mettermi in salvo ci son riuscito, ma adesso non so che pesci prendere: dove vado?
„Vieni con noi a Parigi! Abbiamo sentito dire che è una città magnifica, dove gli artisti fanno una bella vita. Tu di serenate sei pratico, puoi fare il musicista di strada.“ Il gobbo fu d'accordo e si accompagnò a loro.
I tre profughi arrivarono ad un cortile e davanti alla porta di casa c'era una donna con un velo nero sulla testa che cantava con indicibile malinconia.
"Canti in modo così struggente da spezzare il cuore" disse il giovane. "Perché sei così disperata?“
„Vengo da un paese molto lontano, l’Afghanistan. Mio marito mi ha sempre picchiato selvaggiamente, non ce la facevo più a vivere così e sono riuscita a scappare. Ho avuto tante traversie, sono finalmente arrivata in Europa ma sono ridotta a fare la mendicante. Siccome nessuno mi apre la porta sto morendo di fame. Ecco perché canto: canto finchè posso.
„Ascolta Velonero“ disse il giovane «è meglio che tu venga con noi, noi si va a Parigi, qualcosa di meglio della morte si trova dappertutto. La voce non ti manca e se faremo musica insieme, andrà pur fatta come meglio si può..» Alla donna piacque la proposta e il viaggio fu ripreso in quattro.
.Ma non è che arrivassero a Parigi il giorno stesso. Il viaggio era ancora molto lungo. A sera capitarono in un bosco e lì decisero di pernottare. I due africani si sistemarono sotto un albero, il violinista gobbo si fece un giaciglio dietro ai cespugli, la donna con il velo si accomodò su uno sperone di roccia, reputandolo luogo più sicuro.
Ma guardandosi intorno ancora una volta circospetta prima di addormentarsi, le parve di veder brillare in lontananza un lumicino e avvisò i compagni: se c'era un lume doveva esserci anche una casa. Disse il giovane africano “allora muoviamoci, perché qui siamo alloggiati male.” Anche l'anziano africano pensò, che qualche pagnotta e un pezzettino di ciccia non avrebbero guastato Si avviarono dunque in direzione del lume che si ingrandiva e splendeva a vista d'occhio; ed ecco si trovarono davanti ad un camper tutto illuminato. Il giovane africano, essendo il più alto,si accostò alla finestra e guardò dentro.
“Che cosa vedi, spilungone?” chiese la donna. “Che cosa vedo?” le fece eco il giovane.”Vedo una tavola apparecchiata con ogni ben di Dio e dei brutti ceffi che se la godono.””Farebbe al caso nostro” osservò la donna. Allora tennero consiglio e alla fine trovarono il mezzo per cacciar via i brutti ceffi, che probabilmente erano trafficanti di droga.
I tre uomini si rannicchiarono dietro al camper e ciascuno preparò il suo strumento. La donna salì su un albero vicino a loro. Detto fatto: ad un segnale attaccarono tutti insieme la musica:
Lo spilungone nero suonava il liuto,
l'africano anziano suonava lo djembè ,
il Rom gobbo suonava il violino,
la donna con il velo nero cantava a squarciagola,
dopodichè fecero irruzione nel camper con gran fracasso.
I trafficanti, a quel baccano, si alzarono a precipizio, e persuasi che dalla finestra fosse entrata una squadra speciale della polizia,arrivata a sirene spiegate,tutti impauriti cercarono rifugio nel bosco. Ma i quattro compari si misero a tavola,ebbero palato facile per quanto vi era rimasto e mangiarono come chi si prepara a fare il Ramadan.
Finita la cena, spensero la luce e si cercarono nel camper un giaciglio ciascuno secondo la propria comodità. E siccome dopo tanto camminare erano stanchi, si addormentarono subito. Passata mezzanotte, i trafficanti videro da lontano il camper tutto al buio e a occhio così tranquillo, che il loro capo si rammaricò: “Non avremmo dovuto metterci la coda fra le gambe!” e ordinò che uno di loro andasse a dare un’occhiata. L’esploratore trovò il camper immerso nel silenzio ed entrato nel cucinino per accendere un lume, scambiando gli occhi incandescentidel Rom per carboni accesi, vi accostò un accendino. Ma il gobbo non gradì lo scherzo, gli si avventò contro sbattendogli in faccia la custodia del violino. Spaventatissimo il brutto ceffo cercò di fuggire ma urtò l'africano più anziano, che fece un balzo e gli piantò una forchetta nella gamba. E quando cercò di saltar giù dal camper ci pensò il giovane spilungone a sferrargli un bel calcio.
Velonero poi, sorpresa nel sonno dal baccano, finì di svegliarsi e strillò dal suo giaciglio >> Allah Akbar!!!<<
Allora si che il brutto ceffo se la dette a gambe e tornò di corsa dal capo.
<<Ah>> disse << su quel camper c'è un commando di terroristi islamici: uno mi ha colpito il viso con il mitra, poi un altro, armato di coltello mi ha pugnalato una gamba, un altro ancora, tutto nero, mi ha assalito con la clava, e c'era pure una donna kamikaze che, pronta all'attentato suicida, ha gridato <<Allah-Akbar!!!>>
Che altro potevo fare se non darmela a gambe? In quel camper da allora i trafficanti non si arrischiarono più a rimetter piede; i quattro musicanti invece ci si erano trovati così bene, che vi elessero il loro domicilio. In un cassetto avevano trovato un bel gruzzolo di danaro e dei pacchetti di droga. Gettarono la droga in un cassonetto, quindi si misero in viaggio, fermandosi nelle più famose città d’Italia, d’Europa e del mondo dove la loro “Multi-Kulti-Band” ebbe ed ha ancora un successo strepitoso. E all’ultimo che l’ha raccontato la bocca non gli si è ancora freddata.
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